Attraverso il progetto DigitAP, il sistema delle Aree Marine Protette (AMP) italiane, viene dotato di strumentazione e di competenze tecnico-scientifiche adeguate alle attività di monitoraggio al fine di disporre di informazioni chiave a supporto della loro gestione.
In tale ambito, ISPRA ha definito, di concerto con le 29 AMP e i due parchi sommersi coinvolti nel progetto, il piano di monitoraggio generale con l’obiettivo primario di organizzare in base a criteri standardizzati le attività che verranno condotte. Il monitoraggio riguarderà alcune specie ed habitat di interesse conservazionistico, la sorveglianza e il controllo delle attività illecite e la quantificazione della pressione antropica.
Il Piano considera gli aspetti ambientali e socioeconomici che sono oggetto delle misure di regolamentazione e prevede la declinazione sito-specifica con la formulazione di 31 Piani operativi di monitoraggio. A cura di ISPRA anche l’attività di formazione impartita al personale che deve effettuare i monitoraggi.
Il monitoraggio sarà quindi finalizzato al raggiungimento degli obiettivi specifici di quantificazione delle criticità e degli impatti relativamente a:
1. popolamenti algali superficiali (Associazioni a Cystoseira, Annex I della Direttiva 92/43/EEC “Habitat” nell’ambito dell’habitat 1170 “Scogliere”),
2. praterie di Posidonia oceanica (Habitat 1120);
3. coralligeno (Habitat 1170).
Il Piano prevede inoltre lo sviluppo di un sistema di sorveglianza integrato finalizzato a monitoraggio e controllo sia delle pressioni indotte dalle attività antropiche esercitate nelle AMP (in particolare, da nautica da diporto e pesca artigianale), che degli effetti dei cambiamenti climatici sulle componenti ambientali, mediante attività di:
4. monitoraggio mediante l’elaborazione di dati satellitari multi-sensore e multipiattaforma;
5. monitoraggio in situ di parametri chimico-fisici con sensori di prossimità wireless su undici AMP inserite nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM);
6. monitoraggio delle pressioni e delle minacce sugli habitat, in particolare, quelle derivanti da nautica, pesca artigianale e ricreativa, con l’uso di droni (Unmanned Aircraft Systems).
I dati raccolti confluiscono nel portale del Network Nazionale della Biodiversità (NNB) che grazie a questa centralizzazione consentirà di disporre del complesso delle informazioni acquisite a scala nazionale.
L’analisi delle informazioni dei monitoraggi supporterà la valutazione degli obiettivi di protezione delle AMP, consentendo la gestione adattativa delle misure gestionali in atto e l’adozione condivisa di buone pratiche.