Il progetto si propone di monitorare i piccoli mammiferi arboricoli, con particolare attenzione ai Gliridi, presenti nei venti Parchi Nazionali dell’Italia peninsulare.
L’indagine si baserà sull’utilizzo di metodi di campionamento standardizzati – cassette nido e footprint tunnel – applicati in maniera omogenea nei diversi contesti territoriali, durante gli stessi periodi di indagine (estate e autunno 2025).

Cassetta nido per micromammiferi

Foto: Alison Looser

I dati raccolti saranno poi analizzati in modo centralizzato, così da garantire uniformità metodologica e permettere confronti affidabili tra le diverse aree protette.
Il progetto concentra l’attenzione soprattutto sulle specie di interesse unionale, il moscardino (Muscardinus avellanarius) e il driomio (Dryomys nitedula), ma consentirà anche la raccolta di dati su altre specie appartenenti alla famiglia dei Gliridi, rilevabili con gli stessi strumenti, quali il quercino (Eliomys quercinus) e il ghiro (Glis glis). Per quanto riguarda il driomio, si prevede inoltre di considerare D. aspromontis come entità distinta da D. nitedula, anche se tale distinzione non è ancora formalmente riconosciuta ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat). Saranno quindi oggetto di monitoraggio tutte e cinque le specie di Gliridi attualmente segnalate sul territorio nazionale



Si tratta del primo progetto in Italia e in Europa che coinvolge contemporaneamente tutti i principali Parchi Nazionali per il monitoraggio di questa specifica componente della fauna. Gli obiettivi principali sono quelli di studiare la composizione e la distribuzione delle comunità di Gliridi, e di comprendere come la loro presenza sia influenzata da fattori ambientali, climatici e dalle attività umane. Ciò consentirà di individuare eventuali pressioni o minacce che gravano sulle diverse specie, con ricadute concrete per la loro conservazione.
Coordinamento e strumenti
Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con il supporto tecnico di ISPRA, ha affidato a D.R.E.Am. Italia – selezionata tramite bando pubblico – il compito di elaborare un piano di campionamento scientificamente solido, gestire le attività di monitoraggio e sviluppare un sistema centralizzato per la raccolta e l’analisi automatica dei dati. Quest’ultimo permetterà il trasferimento diretto delle informazioni al Network Nazionale della Biodiversità (NNB), garantendo la condivisione dei dati tra i Parchi, la loro accessibilità pubblica e il riutilizzo per studi futuri.
Le cassette nido e i footprint tunnel, forniti a tutti i venti Parchi Nazionali dal MASE tramite una gara pubblica aggiudicata a Scubla S.r.l., rappresentano gli strumenti fondamentali per la raccolta sistematica dei dati relativi ai Gliridi. L’approccio adottato consentirà di acquisire informazioni oggettive, verificabili e ripetibili, e fornirà le basi per l’attivazione di un monitoraggio a lungo termine, finalizzato alla raccolta di serie storiche utili per la conservazione della biodiversità.
Descrizione delle fasi di lavoro
Fase I – Avvio delle attività
La fase iniziale del progetto ha previsto la redazione del Piano di Lavoro e del relativo Contingency Plan, fondamentali per garantire una pianificazione chiara ed efficace. Sono stati formalizzati i contratti con gli operatori incaricati della raccolta dati, definite le modalità logistiche di campionamento in coordinamento con i Parchi Nazionali, e avviate le procedure per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie all’avvio operativo delle attività sul campo.
Fase II – Definizione dei Piani di campionamento
In questa fase sono stati stabiliti, a livello nazionale, i dati da raccogliere sul campo durante l’installazione e il controllo delle cassette nido e dei footprint tunnel. Per ciascun Parco, in collaborazione con i referenti delle aree protette, è stata definita la collocazione delle griglie di cassette e dei transetti con footprint tunnel, tenendo conto dell’estensione del Parco e delle tipologie forestali presenti, sulla base della banca dati Corine Land Cover (IV livello).
La distribuzione dei dispositivi di monitoraggio è stata basata su criteri ecologici. Le cassette nido sono state assegnate ai Parchi con habitat forestale superiore a 5.000 ettari, con una dotazione di 3–5 siti per Parco in funzione dell’estensione della copertura forestale. Analogamente, i footprint tunnel sono stati distribuiti in modo proporzionale, con un massimo di 25 siti nei Parchi con oltre 30.000 ettari di boschi. In ciascun Piano specifico, sono stati inoltre individuati siti aggiuntivi da attivare in caso di necessità operative durante il monitoraggio.
Questa pianificazione ha garantito la rappresentatività del campionamento, assicurando la copertura delle principali tipologie forestali presenti nei Parchi Nazionali e la rappresentanza delle tre regioni biogeografiche della penisola (Alpina, Continentale e Mediterranea), con l’obiettivo di raccogliere dati utili anche per le rendicontazioni previste dalla Direttiva Habitat.
Fase III – Formazione del personale
Una fase fondamentale del progetto riguarda la formazione degli operatori faunistici e del personale tecnico dei Parchi coinvolti. L’obiettivo è quello di uniformare le procedure di campo e garantire la corretta raccolta, gestione e analisi dei dati. Sono stati pertanto organizzati momenti formativi, sia teorici che pratici, con il supporto di materiale didattico appositamente predisposto e distribuito ai partecipanti.
Fase IV – Esecuzione dei campionamenti
Durante il monitoraggio verranno installate 60 griglie di cassette nido, ciascuna composta da 49 cassette (7×7), e 400 transetti composti da 10 footprint tunnel ciascuno. Le cassette nido rappresentano il metodo principale per rilevare la presenza delle specie, attraverso l’ispezione diretta delle strutture, mentre i footprint tunnel – costituiti da tubi contenenti cartoncini assorbenti e supporti con inchiostro organico – rappresentano una metodologia integrativa basata sul riconoscimento delle impronte.
Il monitoraggio sarà effettuato in quattro periodi tra l’estate e l’autunno 2025. Al termine, le cassette nido saranno lasciate in loco per eventuali utilizzi futuri, mentre i footprint tunnel saranno rimossi. La raccolta dei dati avverrà mediante apposite schede di campo, che includeranno anche informazioni sull’habitat e sulle eventuali pressioni e minacce rilevate, e tramite l’app QField, che consentirà l’acquisizione georiferita dei dati in tempo reale. Tutti i dati raccolti saranno poi resi disponibili per le successive analisi scientifiche.
Fase V – Analisi dei dati e reporting
I dati raccolti confluiranno in un unico geodatabase per ciascun Parco Nazionale, nel quale verranno registrate tutte le osservazioni di presenza delle specie. Sulla base di queste informazioni, sarà possibile produrre mappe GIS, descrivere le caratteristiche dei siti campionati e degli habitat frequentati, calcolare lo sforzo di campionamento e stimare l’abbondanza relativa delle diverse specie. Un rapporto finale riassumerà i risultati ottenuti, evidenziando tendenze generali, differenze tra aree e potenziali minacce, integrando ove possibile i dati con quelli provenienti da altri progetti DigitAP.
Fase VI – Monitoraggio e cronoprogramma
Per ciascun Parco, il progetto prevede una pianificazione dettagliata delle attività, con verifiche periodiche del loro avanzamento. Sono previsti momenti di coordinamento e aggiornamento continuo, anche tramite riunioni tecniche, per garantire una gestione efficace e condivisa dell’intero processo di monitoraggio.